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Batteri OGM per riparare le ferite

Applicazioni locali a base di batteri geneticamente modificati che producono proteine ripara-ferite hanno dimostrato di guarire ulcere diabetiche negli animali e sono attualmente in fase di sperimentazione clinica in Germania e Polonia. I risultati di questo studio, pubblicati sulla rivista Plos One, hanno dimostrato che il Lactococcus lactis, un batterio impiegato normalmente nella produzione dei latticini, modificato geneticamente e applicato direttamente su ferite larghe un centimetro tutti i giorni, per una settimana, ha permesso di richiuderle quasi totalmente.

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Colesterolo alto: alternative naturali alle statine

Colesterolo alto: alternative naturali alle statine

Statine, rimedio non privo di effetti collaterali

Uno dei rimedi farmacologici più prescritti in assoluto sono le statine. Recentemente negli USA sono state ampliate le fasce di pazienti a cui vengono consigliati

La loro efficacia è indubbia nei casi in cui colesterolo alto dipende da cause endogene, di fatto andrebbero prescritte solo a persone con alto rischio d’infarto o ictus.

Resta da valutare il motivo per cui in realtà vengono prescritte con grande facilità non appena il colesterolo totale supera appena la soglia dei 200, spesso senza valutare se esistano alternative, ad esempio correggere l’alimentazione.

Gli effetti collaterali delle statine

Infatti va rilevato che l’uso di queste sostanze non è privo di effetti collaterali, a volte anche fortemente debilitanti: prima di tutto si segnalano problemi muscolari. Le statine, oltre a bloccare la produzione di colesterolo, bloccano anche enzimi che presiedono alle attività muscolari, con conseguente perdita di tessuto muscolare, dolore e intorpidimento delle estremità, infiammazioni a tendini e legamenti.

Le cellule muscolari morte liberano una sostanza, la mioglobina, che a sua volta può causare problemi a livello renale. Altre problematiche causate dalle statine possono colpire il fegato (infatti vengono fatte controllare spesso le transaminasi in chi fa uso regolare di statine), si può verificare un aumento della glicemia e conseguente aumento del rischio di diabete, talvolta si sono rilevati anche problemi cognitivi.

Le interazioni con altri farmaci ne aumentano facilmente la tossicità (pensiamo agli anziani che assumono contemporaneamente farmaci cardioattivi o contro l’artrite…)

Rimedi naturali

Un rimedio nutraceutico particolarmente valido è il riso rosso fermentato con Monascus Purpureus (un lievito) che aiuta a mantenere in maniera fisiologica i valori normali di colesterolo.

Il riso rosso fermentato è considerato un integratore alimentare, da assumere in capsule e da evitare in gravidanza, allattamento o in concomitanza con farmaci ipolipemizzanti.

Tra i gemmo-derivati si possono usare in associazione

  • ginepro (Juniperus communis MG1DH)
  • olivo (Olea europaea MG1DH),

uno un quarto d’ora prima di pranzo e l’altro prima di cena.

Tra i fitoterapici più efficaci si distinguono la tintura madre di Carciofo, di Fumaria, di Tarassaco e di Aglio. Una tisana che coadiuvi l’azione di altri rimedi può essere composta da Cardo Mariano, Rosmarino e Zenzero fresco.

immagine Sai cos'è il colesterolo ?

Sai cos'è il colesterolo ?

Sai cos’è il colesterolo?

Il colesterolo ha un ruolo fisiologico importante ed è essenziale per una buona salute.

E’ prodotto dal fegato ed è presente in tutte le cellule dell’organismo. Oltre alla quota prodotta normalmente dal corpo, il colesterolo può essere introdotto dall’esterno con l’alimentazione.

Due sono i tipi di colesterolo: LDL (il colesterolo “cattivo”) e HDL (il colesterolo “buono”), che prendono il nome dalle proteine che lo muovono nel sangue. Lipoproteine a bassa densità (LDL) sono quelle che portano il colesterolo a tutti gli organi, mentre sono HDL, ovvero ad alta densità, quelle che lo portano al fegato, dove viene eliminato.

Innalzamenti dei livelli del colesterolo LDL – quello “cattivo”, trasportato da lipoproteine a bassa densità - anche quando lievi o moderati, possono aumentare il rischio di malattie cardiovascolari.

La probabilità di andare incontro ad alti livelli di colesterolo “cattivo” è associata all’età, al sesso e alla storia familiare, fattori su cui non si può intervenire. I fattori “controllabili” più comuni che contribuiscono al colesterolo alto sono legati allo stile di vita (tabagismo, consumo eccessivo di alcolici e alimentazione non equilibrata).

È pertanto evidente l’importanza di mantenere i livelli di colesterolo LDL sotto controllo, adottando uno stile di vita sano e una dieta equilibrata anche in coloro che presentano un rischio relativamente basso.

  • Adotta una dieta sana ed euqilibrata

Una dieta sana è ricca di frutta, verdura, cereali integrali e pesce. Sì ai grassi insaturi (come l’olio extravergine di oliva), no ai grassi saturi e idrogenati. In particolare, frutta, verdura e alimenti con un basso contenuto di grassi apportano potassio e abbassano la pressione arteriosa. È consigliato moderare il consumo di sale riducendone le quantità da 3 a 5 grammi al giorno. Gli integratori a base di riso rosso, berberis aristata, fitosteroli, acidi grassi polinsaturi, B-glucani e carciofo possono favorire il controllo del colesterolo.

  • Muoviti!

Un po' di movimento tutti i giorni aiuta a contrastare la sedentarietà. È consigliato praticare attività aerobica almeno 5 giorni a settimana, per 30 minuti se moderata, o per 15 se più intensa. E’ utile mantenere i muscoli in movimento, per esempio facendo una camminata o un giro in bicicletta o ancora svolgendo i lavori domestici o attività di giardinaggio.

  • Non fumare

Smettere di fumare ha chiari benefici sul rischio cardiovascolare complessivo e in particolare sui livelli di HDL (colesterolo “buono“) che aumentano in assenza di fumo. È necessario, però, prestare attenzione al possibile aumento di peso quando si smette di fumare.

  • Controlla il peso corporeo

La circonferenza addominale dovrebbe essere inferiore a 94 cm negli uomini e inferiore a 80 cm nelle donne. Una riduzione del peso corporeo, anche se modesta, migliora il quadro lipidico e influenza favorevolmente gli altri fattori di rischio cardiovascolare. È consigliato, pertanto, limitare l’assunzione di cibi ipercalorici e ridurre l’apporto calorico giornaliero di 300-500 kcal al giorno.

  • Limita il consumo di alcol

Per evitare che l’alcol danneggi l’organismo non bisogna superare le quantità consigliate: gli uomini possono consumare fino a 2 bicchieri di vino al giorno (20 g), mentre le donne non più di 1 bicchiere (10 g). L’alcol dovrebbe essere evitato, invece, da chi ha i trigliceridi alti.

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Hai mai fatto UN'ANALISI DELLA COMPOSIZIONE CORPOREA?

Tutti siamo saliti almeno una volta su una bilancia per controllare il nostro peso ma… hai mai misurato la massa grassa? Da oggi puoi farlo nella farmacie Valore Salute che si sono dotate di impedenziometro professionale elettronico con tecnologia scientificamente validata BIA.

 

Cos'è l'Analisi d'Impedenza Bioelettrica (BIA)?

Il test misura in maniera rapida e approfondita la composizione corporea attraverso i dati relativi a peso, la massa muscolare, la massa grassa e acqua corporea totale.
La composizione corporea attuale del paziente viene comparata con dei valori standard di riferimento; il report evidenzierà l'eventuale presenza di un'eccedenza di grasso, l'equilibrio del rapporto grasso/muscoli, un'eventuale carenza di massa muscolare, l'idratazione totale, esterna e interna delle cellule.
L'analisi segmentale della massa magra permette di conoscere la distribuzione dei muscoli ed il loro stato di sviluppo e l'analisi segmentale del grasso corporeo permette di conoscere la distribuzione degli accumuli adiposi.

 

Come si effettua il test?

La persona che si sottopone al test deve salire a piedi scalzi sulla bilancia impedenziometrica. La misurazione verrà effettuata attraverso 8 elettrodi con 4 punti di contatto cutaneo, posti sugli arti inferiori e su quelli superiori. Non è necessario svestirsi. L'esame, non invasivo, dura circa 30 secondi; l'intera procedura di misurazione meno di 5 minuti.

 

Perché sottoporsi al test?

Il test è consigliabile per i soggetti che seguono una dieta o che hanno problemi di sovrappeso, per chi ha problemi cardiovascolari o di diabete, per chi svolge attività sportiva anche a livello agonistico e per chi deve svolgere attività riabilitativa. In particolare per i bambini oltre alla misurazione della composizione corporea è possibile valutare se il corpo sta crescendo in maniera corretta ed in equilibrio sulle varie componenti.

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Tutte le domande e le risposte sui fattori di protezione solare.

Gli indici di protezione solare sotto analisi: che cosa sono? Perché sono importanti? Qual è il fattore minimo per proteggere adeguatamente la pelle dagli UV? Le risposte degli esperti.

 

Indice di protezione solare: che cos’è esattamente?


È indicato sulle confezioni di alcuni prodotti cosmetici e, naturalmente, dei solari con la sigla SPF (dall’inglese Sun Protection Factor), seguita da un numero. «Questo numero definisce la capacità del prodotto di resistere ai raggi UVB, che sono i responsabili dell’abbronzatura della pelle sotto il sole» spiega Pascale Mora, direttrice della Comunicazione Scientifica di Vichy. L’Unione Europea si è pronunciata sul tema, dichiarando non adatti i prodotti con indici di protezione inferiori a 6.

In che modo proteggere la pelle?


«6, 10,15, 20,30, 50 o 50+, la differenza consiste nel fatto che più l’indice è elevato, più a lungo ci si può esporre ai raggi del sole» spiega Pascale Mora. Ma, sotto il sole, le pelli non sono tutte uguali. La ragione? L’esistenza di diversi fototipi. È per questo motivo che, ad esempio, le pelli chiare possono scottarsi anche dopo soli pochi minuti di esposizione mentre le pelli scure resistono più a lungo ai raggi UVB.

La raccomandazione dell’esperta: «Bisogna scegliere l’indice di protezione in funzione del proprio tipo di pelle» aggiunge Pascale Mora. Un indice 50 è indispensabile per le pelli chiare e molto chiare. Gli indici 30 o 15 sono invece riservati alle pelli scure.

Focus sui raggi UVA


I raggi UVA sono i più penetranti tra gli UV. «Sono in grado di attraversare le nuvole, i vetri e di andare a colpire direttamente l’epidermide; sono responsabili dell’invecchiamento cutaneo e possono danneggiare la pelle in profondità. Per proteggersi dal loro attacco, verificare sempre che sulla confezione, oltre all’indice SPF, sia presente anche il simbolo UVA che indica la capacità del solare di proteggere la pelle dagli UVA» consiglia Pascale Mora.

Come applicare correttamente i solari per ottenere efficacia e protezione


L’efficacia di un indice solare è determinata anche dalla quantità di crema che si applica sulla pelle: in genere andrebbero applicati 2 mg per cm2, cioè circa 20 ml su tutto il corpo. L’equivalente di una pallina da golf per proteggersi dalla testa ai piedi. «Inoltre, è importante riapplicare il prodotto frequentemente perché, con il passare del tempo, la protezione non è più ottimale. E evitare di esporsi tra mezzogiorno e le quattro del pomeriggio, le ore del giorno in cui i raggi UV sono più intensi» raccomanda Pascale Mora.

 

La Redazione

giovedì 12 gennaio