L'espressione "mangiare con gli occhi" potrebbe avere trovato una conferma scientifica nello studio pubblicato sulla rivista Current Biology dai ricercatori di neuroscienze cognitive del MIT. Gli esperti, infatti, hanno confermato come nel nostro cervello esistano specifici neuroni, all'interno del flusso ventrale (uno dei due percorsi della visione), che si attivano in maniera selettiva alla vista del cibo. Non solo: in alcuni soggetti l'attivazione è molto più evidente davanti a cibi particolarmente appetibili, come la pizza, mentre è risultata meno entusiastica osservando una mela.
Uno dei rimedi farmacologici più prescritti in assoluto sono le statine. Recentemente negli USA sono state ampliate le fasce di pazienti a cui vengono consigliati
La loro efficacia è indubbia nei casi in cui colesterolo alto dipende da cause endogene, di fatto andrebbero prescritte solo a persone con alto rischio d’infarto o ictus.
Resta da valutare il motivo per cui in realtà vengono prescritte con grande facilità non appena il colesterolo totale supera appena la soglia dei 200, spesso senza valutare se esistano alternative, ad esempio correggere l’alimentazione.
Infatti va rilevato che l’uso di queste sostanze non è privo di effetti collaterali, a volte anche fortemente debilitanti: prima di tutto si segnalano problemi muscolari. Le statine, oltre a bloccare la produzione di colesterolo, bloccano anche enzimi che presiedono alle attività muscolari, con conseguente perdita di tessuto muscolare, dolore e intorpidimento delle estremità, infiammazioni a tendini e legamenti.
Le cellule muscolari morte liberano una sostanza, la mioglobina, che a sua volta può causare problemi a livello renale. Altre problematiche causate dalle statine possono colpire il fegato (infatti vengono fatte controllare spesso le transaminasi in chi fa uso regolare di statine), si può verificare un aumento della glicemia e conseguente aumento del rischio di diabete, talvolta si sono rilevati anche problemi cognitivi.
Le interazioni con altri farmaci ne aumentano facilmente la tossicità (pensiamo agli anziani che assumono contemporaneamente farmaci cardioattivi o contro l’artrite…)
Un rimedio nutraceutico particolarmente valido è il riso rosso fermentato con Monascus Purpureus (un lievito) che aiuta a mantenere in maniera fisiologica i valori normali di colesterolo.
Il riso rosso fermentato è considerato un integratore alimentare, da assumere in capsule e da evitare in gravidanza, allattamento o in concomitanza con farmaci ipolipemizzanti.
Tra i gemmo-derivati si possono usare in associazione
uno un quarto d’ora prima di pranzo e l’altro prima di cena.
Tra i fitoterapici più efficaci si distinguono la tintura madre di Carciofo, di Fumaria, di Tarassaco e di Aglio. Una tisana che coadiuvi l’azione di altri rimedi può essere composta da Cardo Mariano, Rosmarino e Zenzero fresco.